il riflesso del mondo
La luna risplende nell’oscuro universo. Le stelle
brillano dentro l’infinito incostante del buio profondo e lontano, in un punto
impreciso dell’inesauribile, si distinguono due emisferi perfettamente uguali.
Tagliati in due da una linea sottile come se nel mezzo
passasse uno specchio sottile che offre al di sotto la parte di sopra o forse
al di sopra la parte sottostante, non è chiara la dinamica dell’assoluta
somiglianza fra questi mondi, fatto sta che ogni angolo del primo combacia perfettamente
con l’altro, ogni monte, ogni rientranza, i frastagliamenti e persino ogni
singolo albero, tutto uguale.
Anche gli abitanti. Per ogni singolo cittadino esisteva
un suo pari nell’altro creato.
Immaginate che attrito fra i due mondi?
Un giorno non definito tutti gli abitanti di entrambi i
mondi s’incontrarono col proprio pari sulla linea sottile di confine. Uno di fronte
all’altro per dimostrar a se stesso chi fosse il riflesso dell’altro. Miro,
quello col tic all’occhio destro dell’emisfero di sopra, combatteva contro
Miro, quello col tic all’occhio destro dell’emisfero di sotto. Bastio, cui
mancava il dito medio della mano destra dell’emisfero di sotto si ritrovò
davanti Bastio, cui mancava il dito medio della mano destra dell’emisfero di
sopra. Lentigginoso dell’emisfero di sopra, chiamato così fin dai tempi della
scuola tanto che nessuno ricordava più il suo nome, prendeva a pugni
Lentigginoso dell’emisfero di sotto. “Il Bel Del Paese” di sotto contro “Il Bel
Del Paese” di sopra…
A mani nude, senza
differenze combatterono uno contro l’altro, fino allo stremo. Nessuno cedeva
alla stanchezza dei colpi e nessuno cadeva sconfitto. La guerra non accennava
una fine.
I capi dei due mondi rimasti a guardare in disparte
fino ad allora decisero di scendere in campo a loro volta, ma senza esclusioni
di colpi. Scesero in campo con cannoni e fucili, gli archi e le frecce sempre e
solo per dimostrare chi di loro era solo il riflesso dell’altro, puntarono ogni
arma che fossero riusciti a inventarsi sopra la linea sottile che dava il
confine a quei mondi e cominciarono il conto alla rovescia. Tutti si scostarono
dalla linea sottile di confine con l’assurda idea che cancellata la linea anche
il mondo riflesso svanisse con lei, rimasero lì a guardare in trepida attesa.
“Dieci, nove, otto”… quando d’improvviso un solo abitante si frappose tra la
linea sottile e i cannoni puntati.
Era il solo unico esemplare che si fosse mai visto.
Il silenzio era tombale anche il conteggio s’era
fermato per cercar di sentire cosa avesse da dire:
“Io non vengo né dal mondo di sotto né dal mondo di
sopra. Sono nato sopra questa linea ed ho vissuto sospeso e nascosto fino ad
oggi. Non ho una madre, e non ho un padre. Non ho neppure un pari su cui
potermi appoggiare. Son solo al mondo! E vi assicuro che non esiste né in
questo né in quel altro mondo qualcosa di peggio che esser da soli.
Questo è solo uno scempio! Tornate a vivere col
pensiero felice che in un altro mondo ci sia qualcuno capace di capir cosa voi
siete e anziché voler esser unici, siate contenti di saper che qualcuno possa
guardarvi e conoscere cosa dentro provate.”.
Fu così che finì quella guerra e i due mondi si
mischiarono assieme riuscendo a capir cosa mancava.
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